Pochi parlano di inquinamento indoor e così tutti sappiamo che il fumo e l’alta pressione sanguigna rappresentano fattori di alto rischio di morte prematura, ma pochi sanno che il terzo motivo è l’inquinamento dell’aria domestica, prima dell’abuso di alcool o dell’indice di grasso corporeo troppo alto.
L’inquinamento indoor è responsabile del 2,7% del carico globale di malattie nel mondo e colpisce maggiormente i bambini: come scrive il Ministero della Salute “in Europa l’inquinamento indoor è responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause di infezioni respiratorie acute”.
La SBS (Sick Building Syndrome, in italiano Sindrome da edificio malato) è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS nel 1983 come patologia associata agli ambienti residenziali e lavorativi.
Il 10 ottobre scorso, il Consolato Generale dei Paesi Bassi di Milano e l’associazione no-profit Promogiardinaggio, di cui noi di Sementi Dotto siamo Soci Fondatori, hanno organizzato un convegno dedicato proprio all’uso delle piante per combattere l’inquinamento indoor con le piante, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della SBS.

La pubblicità realizzata da Promogiardinaggio per promuovere l’uso delle piante come filtri indoor.
Inquinamento indoor: da cosa è provocato?
I responsabili sono i VOCS (dall’inglese Volatile Organic Compounds): microparticelle inquinanti largamente presenti nelle nostre case e nemiche della qualità dell’aria. Come la Formaldeide (presente in molti prodotti, dal truciolato alle candele profumate), il Benzene (nel fumo di sigaretta e nei bastoncini di incenso), il Naftalene (nei solventi), gli Idrocarburi policiclici aromatici (nel fumo del legno e dei cibi bruciati), il Tricloroetilene (nelle stampanti laser e fotocopiatrici), il Tetracloroetilene (noto come Trielina), fino alle muffe causate dall’umidità.
Moltissimi prodotti che utilizziamo quotidianamente possono rilasciare nell’ambiente sostanze pericolose che noi inaliamo. Detersivi, vernici e colle dei mobili, inchiostro delle stampanti, fumo di sigaretta e materiali edili sono alcune delle fonti che rilasciano nel tempo fattori tossici, inquinando l’aria che respiriamo nelle nostre case.
Le piante sono la soluzione
I primi a intuire che le piante potevano aiutarci a ridurre la presenza dei VOCS negli ambienti indoor furono gli scienziati della Nasa, negli anni Sessanta, preoccupati degli effetti di queste sostanze inquinanti nelle stazioni spaziali orbitanti. Dove non è possibile aprire le finestre per cambiare l’aria.
Scoprirono che alcune piante d’appartamento avevano la capacità di assorbire i VOCS tramite le radici e gli stomi presenti sulle foglie: tanti microscopici pori utili per la respirazione e la fotosintesi delle piante. I VOCS assorbiti dagli stomi vengono resi inerti delle piante e trasformati in lignina all’interno del fusto.
Quali piante usare in casa e in ufficio
Alla conferenza del 10 ottobre era presente il professor Nelson Marmiroli del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma che da molti anni effettua prove e test su varie piante, per misurare le singole prestazioni verso i vari inquinanti. Grazie al loro lavoro sappiamo che i vari tipi di piante d’appartamento hanno capacità di assorbimento differenti nei confronti dei vari inquinanti cui sono state esposte. La Felce (Pteridophyta) assorbe in particolare la Formaldeide e il fumo di sigaretta; il Ficus Benjamina è performante con la Formaldeide e il Benzene; contro il Benzene è utile anche la Stella di Natale. Lo Spathiphyllum ha capacità di depurazione ambientale notevolissime: rimuove 19 microgrammi all’ora di Acetone, 13 di Metanolo, 7 di Benzene, 5 di Ammoniaca e 3 di Formaldeide.
Negli uffici sono utili la Dracaena marginata che assorbe Xilene, Toluene, Tricloroetilene e Formaldeide, il Clorofito (Chlorophytum) che elimina la Formaldeide e il Monossido di Carbonio, il Filodendro (Philodendron domesticum) che assorbe fino al 90% di Formaldeide e la Sansevieria che neutralizza gli effetti dell’elettromagnetismo di computer e tv.
È quindi importante avere molte piante d’appartamento in casa: il consiglio è di averne una ogni 10 mq. Anche nelle camere da letto. Va sfatata infatti la leggenda metropolitana secondo cui non si tengono le piante dove si dorme perché “rubano” ossigeno. Niente di più sbagliato: al contrario le piante producono ossigeno durante tutto il giorno grazie alla fotosintesi e assorbono pericolosi inquinanti. Tanti più pericolosi negli ambienti dove soggiorniamo per molte ore, come la camera dove dormiamo.
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