Migliorare la fertilità del terreno è un obiettivo di qualsiasi coltivatore. La terra garantisce la vita e la salute delle piante che, attraverso le radici, assorbono acqua e nutrimento. È compito del giardiniere tutelarne la fertilità e scegliere substrati ricchi e leggeri per il rinvaso delle piante.
Migliorare la fertilità del terreno: la prova del pugno
Per valutare il terreno del nostro giardino possiamo fare un test, prendendo un pugno di terra e lavorandolo un poco con le dita.
Se il terreno è sodo ma non compatto e ha un buon odore di bosco e di foglie è un buon terreno. Se ha odore di muffa o di polvere, significa che è andato a male o è vecchio, da non utilizzare.
Se il terriccio si sbriciola subito nella mano, è molto friabile e torboso: è povero e si disidrata rapidamente. Va migliorato aggiungendo sostanza organica (come uno Stallatico o un ammendante) per renderlo più sodo e capace di conservare i fattori nutritivi.
Se la consistenza è densa e collosa, si tratta di terra argillosa, pesante e compatta. Va migliorata incorporando sostanza organica e materiali inerti (sabbia o perlite) che favoriscono la porosità.
Alcuni terricci sono già addizionati con materiali inerti, come la sabbia silicea per i substrati per piante grasse, per renderli più leggeri e drenanti.
Le piante sensibili al ristagno idrico richiedono una parte di sabbia, circa un terzo, miscelata al substrato.
Ogni tipo di terreno trova delle piante che lo apprezzano. Cactus e bulbose accettano il suolo sabbioso, le Acidofile (come Azalee e Camelie) lo amano torboso; le Rose e alberi come il Pero e il Tiglio preferiscono la terra argillosa.
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