Possiamo coltivare la Calendula sia per la lunga durata delle sue fioriture colorate, sia per le sue proprietà terapeutiche (depurative, toniche, lenitive per la pelle), senza dimenticare che è una pianta commestibile, ottima in risotti, frittate e insalate. I suoi capolini gialli vengono usati anche per tingere le fibre naturali come seta e lana.
Può essere coltivata in giardino come pianta singola oppure in gruppi per decorare aiuole o bordure. Ma possiamo anche coltivarla in vasi da appendere alla ringhiera oppure in fioriere.
Coltivare la Calendula per avere fiori tutto l’anno!
La Calendula (Calendula officinalis) è una pianta annuale della famiglia delle Composite, caratterizzata da innumerevoli fiori a margherita, vistosi e solari, semplici o doppi, gialli o arancioni. Ha una radice fittonante e un fusto ramificato e ricoperto da peluria. Le foglie sono spesse, chiare e vellutate: se strofinate emanano un gradevole aroma.
Fiorisce continuamente da marzo a settembre, fermandosi solo nei mesi più freddi, con capolini con colore variabile dal giallo all’arancione.
È una pianta rustica, che si adatta a diversi ambienti e terreni e tollera di essere trascurata.
Si semina in primavera e in autunno
La Calendula si può seminare all’inizio della primavera (in marzo-aprile) oppure in autunno (ottobre-novembre) per poterla vedere così rifiorire da marzo a settembre del prossimo anno. Si auto-risemina facilmente, così vedrete replicare lo spettacolo della sua fioritura di anno in anno. Infatti in alcune zone montane italiane la Calendula cresce anche in forma spontanea.
Usiamo un terriccio biologico e stendiamo i semi a una profondità di 1 cm, mantenendo una distanza di 30 cm tra le piante. Dopo la semina, nebulizziamo un po’ d’acqua per stimolare l’attecchimento dei semi. Possiamo scegliere tra i fiori di Calendula semplici oppure doppi.
Va coltivata in pieno sole, dove fiorisce più copiosamente. Si adatta alla mezz’ombra ma fiorisce meno. Un altro modo per avere più fiori è di cimare regolarmente la pianta.
Resiste al gran caldo e al gelo fino a -5°C, ma teme le gelate primaverili.
Va innaffiata con regolarità in estate e nei periodi più afosi per ottenere una fioritura abbondante o per stimolare la ripresa della fioritura, che si può arrestare per il caldo torrido. Tollera brevi periodi di siccità ma non sopporta i ristagni idrici.
Specialmente nella coltivazione in vaso, dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione: possiamo utilizzare un concime liquido biologico, da diluire nell’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni, da marzo a settembre.
Una pianta buona
In erboristeria viene sfruttata la sua azione antispasmodica sui dolori mestruali e addominali. Proprio per queste sue azioni benefiche legate al mondo femminile la pianta viene definita anche Oro di Maria. Ha inoltre proprietà antinfiammatorie: agisce sulle irritazioni delle mucose, data la presenza delle mucillagini, ed è quindi indicata in caso di colite, gastrite, ulcere e qualunque patologia a carico dei tessuti interni. Per uso esterno le sue attività antiinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, rinfrescanti, emollienti e dermopatiche la rendono il rimedio elettivo per scottature, ferite, arrossamenti e irritazioni della pelle, delle ulcere della bocca e per infiammazioni gengivali.
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