Coltivare il Tarassaco non è solo un modo per abbellire il proprio terrazzo o giardino ma è anche utile grazie alle molteplici proprietà officinali di questa pianta.
Molto diffuso nel nostro paese, il Tarassaco (Taraxacum officinale) è una pianta erbacea perenne a fusto ridotto, con foglie lanceolate e frastagliate. I suoi fiori, riuniti in infiorescenze a capolino di colore giallo, quando fruttificano si trasformano nei celebri soffioni, vere e proprie bombe di semi che il vento trasporta nelle zone limitrofe alla pianta.
Rustico e spontaneo, il Tarassaco cresce ovunque, dai bordi delle strade ai giardini incolti, ma non è raro trovarlo anche in orti e bordure.
La coltivazione del Tarassaco è da sempre conosciuta per il consumo delle foglie, dei fiori e della radice, freschi o cotti, a scopo alimentare e medicinale e va quindi inserito in un contesto di agricoltura biologica. Tra le proprietà più note del Tarassaco c’è l’azione depurativa di fegato e reni, presente nelle foglie dal tipico gusto amaro. La radice invece, decotta, diventa un efficace diuretico vitaminizzante.
Coltivare il Tarassaco: attenzione all’irrigazione nella coltivazione in vaso
Il Tarassaco si coltiva a partire dai semi, da distribuire nelle aiuole da marzo a giugno per avere una fioritura che va da maggio a fine agosto. I semi vanno inseriti a una profondità di 0,5 cm mantenendo 10 cm tra ogni piantina e 30 cm tra le file.
Si accontenta di tutti i terreni ma predilige quelli freschi e ben drenati e si può seminare sia in un vaso, profondo almeno 20 cm, sia in piena terra. Per la coltivazione in vaso suggeriamo di utilizzare un terriccio universale di qualità.
L’esposizione ideale è a mezz’ombra, protetto dai raggi del sole diretto e dalla calura estiva.
Per le innaffiature è abbastanza esigente e se il clima è troppo secco avrà bisogno di essere bagnato anche due volte al giorno. Soffre i ristagni idrici e non tollera l’acqua nel sottovaso, che può portare a marciumi radicali e alla morte della pianta.
Il Tarassaco non si ammala facilmente e non necessita di particolari fertilizzanti in giardino: possiamo interrare un po’ di concime organico, come lo Stallatico Pellettato, al momento della semina se il terreno lo richiede. Per la coltivazione in vaso, dove le risorse sono limitate e tendono a esaurirsi, dobbiamo invece prevedere un ciclo di fertilizzazione con un concime liquido biologico, da aggiungere all’acqua per l’irrigazione ogni 10 giorni in primavera e in estate.
Lascia un commento