La tecnica della rotazione delle colture nell’orto è praticata da secoli dai contadini, che grazie a questa tecnica riuscirono ad aumentare la resa agricola in anni cui la chimica e gli antiparassitari dovevano ancora nascere e imporsi. Anche il tradizionale maggese, che prevede di lasciare a riposo il terreno per migliorarne la fertilità, rientra in questa tecnica.
La rotazione delle colture si basa sul principio che non è utile coltivare sempre gli stessi ortaggi nello stesso terreno.
Il primo motivo è ostacolare lo sviluppo dei parassiti. Gli antichi agricoltori si erano già resi conto della predilezione di taluni insetti per alcuni ortaggi in particolare: pensiamo per esempio alla Mosca della Carota o alla Dorifora della Patata. Il ciclo vitale di questi insetti prevede l’ovideposizione nel terreno in modo che le larve all’atto della schiusa siano vicine agli ortaggi e se ne possano cibare. Se trovano le condizioni ideali, cioè la presenza dell’ortaggio preferito, continueranno a riprodursi di anno in anno andando a creare colonie davvero numerose. Spostando la coltivazione interrompiamo questo ciclo.
Inoltre oggi sappiamo, grazie agli studi chimici e agronomici moderni, che le colture non hanno tutte le stesse esigenze. Alcune richiedono un maggiore contributo di un certo elemento chimico, per esempio le Patate consumano molto Potassio: se coltiviamo sempre la stessa coltura rischiamo di sbilanciare e impoverire il terreno. È stato poi constatato che alcuni ortaggi, come le Cucurbitacee (Zucchine, Meloni, ecc.) e le Solanacee (Pomodori, Peperoni, ecc.), richiedono più elementi nutritivi di altri. Anche in questo caso, coltivare sempre i Pomodori nella stessa aiuola rischia di impoverire velocemente il terreno.
Non solo: abbiamo anche scoperto che le Leguminose arricchiscono il terreno. Hanno infatti la proprietà di “catturare” l’Azoto presente nell’aria e di rilasciarlo nel suolo in una forma assimilabile anche dalle altre piante.
Come si affronta la rotazione delle colture
Ci sono molte soluzioni per adottare la rotazione degli ortaggi in un orto. Inizialmente avvenivano ogni due o tre anni, oggi si lavora anche con rotazioni più ampie.
Per un orto domestico vi suggeriamo di adottare una rotazione di cinque anni, che comprenda anche un anno di riposo. Il primo anno coltiveremo delle colture molto esigenti di elementi nutritivi, nel secondo e terzo delle piante meno esigenti, il quarto anno lo lasciamo a riposo e il quinto anno coltiviamo delle Leguminose, che arricchiranno il terreno di Azoto in vista dell’arrivo di una pianta esigente l’anno successivo.
Per semplicità possiamo dividere l’orto in cinque porzioni e dedicarle alle varie famiglie di piante senza entrare nel dettaglio della singola coltura. Le Solanacee hanno esigenze simili e quindi non potremo coltivare i Pomodori dopo i Peperoni.
È più pratico dividere l’orto per famiglie: avremo quindi delle porzioni per le Solanacee (Pomodori, Patate, Melanzane, ecc.), le Cucurbitacee (Zucche, Cetrioli, Angurie, ecc.), le Leguminose o per meglio dire le Fabacee (Fagioli, Piselli, ecc.) e infine una porzione per le piante poco esigenti come le Asteracee (insalate, Carciofi, ecc.) e le Apiacee (Carota). La quinta porzione sarà a riposo.
Quindi, per fare un esempio, in una porzione potremo coltivare una Solanacea molto esigente come i Pomodori il primo anno, le Carote il secondo, la Lattuga il terzo, lo faremo riposare il quarto e concluderemo con i Piselli che miglioreranno la fertilità del suolo in vista l’anno successivo di una Solanacea o una Cucurbitacea.
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