Concimare il tappeto erboso è uno degli interventi fondamentali per ottenere un prato folto e ospitale e spesso i problemi nascono proprio da una mancanza o un eccesso di sostanze nutritive.
Perchè concimare il tappeto erboso?
Durante l’inverno il tappeto erboso ha consumato tutte le risorse di riserva, contenute nelle radici, nei rizomi o negli stoloni. Arriva quindi all’inizio della primavera in condizioni precarie e dovrà affrontare il periodo di massimo splendore vegetativo, quindi quello che richiederà maggiori risorse. Sia di acqua sia di elementi nutritivi. Perciò la prima concimazione del prato si effettua all’inizio della primavera. A questa ne deve seguire una estiva, a giugno a seconda del clima e un’ultima in autunno.
Anche se vogliamo effettuare una semina di rinfoltimento, è bene che il terreno sia ricco di nutrimenti per far attecchire e germogliare rapidamente le piantine.
In luglio e agosto è meglio evitare concimazioni, poiché il prato è già molto sollecitato dalla natura. Potremo naturalmente intervenire in caso di patologia, come la mancanza di Ferro. In questo caso possiamo usare un concime a base di Ferro, possibilmente di origine naturale e consentito in agricoltura biologica.
Cosa contengono i concimi?
Si utilizzano dei fertilizzanti a lenta cessione che nel corso delle settimane rilasceranno lentamente gli elementi nutritivi. Generalmente nutrono le radici per circa 4 mesi ma è sufficiente verificare sulla confezione.
L’Azoto (N) è un elemento molto importante per il prato. È utile per lo sviluppo della piantina e ne determina l’intensità del colore. Generalmente viene associato in fertilizzanti ternari, insieme a Fosforo (P) e Potassio (K), riconoscibili dalla sigla NPK riportata sulla confezione. Si chiama titolo e indica la presenza dei vari elementi.
Vista l’importanza del Ferro per il tappeto erboso, spesso i concimi ternari sono integrati con altri microelementi, come il Ferro.
L’alternativa dei concimi naturali
Non siamo obbligati a utilizzare dei fertilizzanti ternari di sintesi per il nostro prato e possiamo optare anche per concimi naturali. Anche se la concimazione “chimica” offre maggiori garanzie di successo, su un prato sano e un terreno fertile possiamo utilizzare serenamente solo concimi naturali.
I concimi naturali che si basano sullo sfruttamento delle deiezioni degli animali sono quelli più utilizzati e antichi. Sicuramente il letame degli erbivori, che oggi possiamo usare sotto forma di stallatico pellettato, quindi un pellet secco senza odori e facile da distribuire. Ma anche il guano e la pollina. Quest’ultima è ricca di Azoto e spesso viene utilizzata per integrare l’azione dei fertilizzanti di sintesi.
Tra i concimi naturali troviamo anche sostanze ricavate dalla lavorazione di vegetali e minerali o di scarti di altre industrie. È il caso del sangue di bue, della cornunghia ma anche dell’humus di lombrico o del Solfato di Ferro di cui abbiamo scritto poco fa.
Come si usano i concimi
Se il prato è piccolo possiamo distribuire il concime manualmente o, come si è soliti dire, “a spaglio”. Dovremo però garantire l’uniformità della distribuzione, per evitare che rimangano zone scoperte o peggio aree iper-concimate. Gli eccessi di concime rischiano di “bruciare” il prato. Cerchiamo quindi di camminare con passo continuo e costante e distribuiamo i granuli di concime seguendo le indicazioni indicate sulla confezione.
Se abbiamo un prato di medie dimensioni possiamo utilizzare uno spandiconcime. Si tratta di un semplice attrezzo manuale con ruote, che ci aiuta a disperdere la giusta dose di concime in modo omogeneo in tutto il tappeto erboso.
Per giardini di grandi dimensioni dovremo prevedere un intervento con un rider o un ride-on, al quale potremo facilmente agganciare come accessorio uno spandiconcime.
In ogni caso, dopo aver distribuito il concime è bene irrigare con generosità il prato, per favorire l’assorbimento degli elementi nutritivi.
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