Come coltivare il Cren e portare un tocco piccante in cucina!

4 Dicembre 2020 ORTO

Coltivare il Cren

Se amate i gusti particolari, non perdete l’occasione di coltivare il Cren, conosciuto anche con i nomi Barbaforte, Rafano di Spagna o Rafano orientale e da non confondere con il Raphanus sativus detto Remolaccio.

Il Cren (Armoracia rusticana) è una pianta erbacea perenne rizomatosa e ha la caratteristica di non produrre semi: quindi per la sua coltivazione dobbiamo usare dei pezzi di radice, un po’ come si fa con le patate. Quindi ogni anno, quando raccoglieremo le radici, ne destineremo una parte per la produzione dell’anno successivo.

La radice ha un gusto piccante e in cucina viene utilizzata sia grattugiata per insaporire le carni, sia per realizzare la nota salsa al rafano. Anche le giovani foglie possono essere consumate in insalata. Il suo nome Armoracia rusticana rivela la sua provenienza (l’Armorica è una zona della Bretagna) e la sua facilità di coltivazione (rusticana).

Coltivare il Cren: attenzione all’irrigazione

Il Cren si mette a dimora tra ottobre e marzo e si può iniziare a raccogliere dal mese di aprile. Più aspetterete e più grande sarà la radice. Esternamente la pianta è composta da foglie radicali molto ampie e lunghe (fino a 40 cm), con margini seghettati, e produce un’infiorescenza dall’inizio dell’estate, composta da tanti piccoli fiorellini bianchi riuniti in racemi. Possiamo anche coltivarla sul terrazzo, in un ampio vaso: le sue belle foglie e i fiori non mancheranno di attirare l’attenzione!

Per il Cren scegliamo una posizione ombreggiata e fresca, poiché teme il caldo eccessivo e la mancanza d’acqua. Ma se viene irrigato regolarmente (per esempio con un impianto computerizzato) cresce bene anche al sole.

I bulbi di Cren vanno interrati in un substrato soffice per poter agevolmente produrre i germogli. Se coltiviamo il Cren nell’orto, prima della messa a dimora è bene vangare bene il terreno e preparare per tempo il letto di semina, avendo cura di verificare il perfetto drenaggio dell’acqua. In questa fase possiamo miscelare con la terra un concime naturale come lo Stallatico pellettato. Garantirà la presenza dei nutrienti necessari fino alla fioritura. All’atto del trapianto, manteniamo circa 50 cm tra una pianta e l’altra.

Il terreno va irrigato ma senza eccessi, per evitare marcescenze nella radice. Ma è una pianta che teme la siccità ed è quindi importante provvedere all’irrigazione, specialmente in assenza di piogge.

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