Per coltivare il Clorofito non c’è bisogno di essere dei pollici verdi! A patto di rispettare poche semplici regole, chiunque può ottenere molte soddisfazioni dalla sua crescita veloce.
Il Clorofito (Chlorophytum comosum), detto anche Falangio, è coltivato per la bellezza delle foglie lineari, lunghe fino a 30 cm, verdi con bande longitudinali bianche o viceversa. Il portamento ricadente del fogliame rende al massimo se la pianta viene collocata su scaffali, mobili, mensole, davanzali o in panieri appesi, da cui ricade con eleganza.
Il Clorofito è inoltre una pianta utile per ridurre gli inquinanti presenti nelle nostre case: polveri sottili e microparticelle inquinanti che rendono poco salubre l’aria degli ambienti indoor. Se vuoi sapere di più, leggi questo articolo!
Anche i gatti vanno pazzi per il Clorofito: il vostro micio amerà immergere il muso tra il fogliame e assaggiarlo. Lasciateglielo fare: non è tossico.
Coltivare il Clorofito: luce e temperatura
Il posto giusto per un Clorofito deve essere luminoso ma senza sole diretto. Cresce bene anche in semi-ombra ma le variegature saranno meno intense. Anche se tollera le basse temperature fino a 0°C, il suo habitat ideale è in appartamento. In estate possiamo spostarla sul balcone, ma evitando i raggi solari diretti che possono ustionare le foglie.
Terriccio e fertilizzanti
Dopo l’acquisto possiamo rinvasare la piantina di Clorofito in un vaso più grande: stendete uno strato di biglie di argilla espansa sul fondo e, dopo aver posizionato la pianta al centro, riempite con un terriccio universale.
Poiché le sostanze nutritive del terriccio contenuto nel vaso sono destinate a esaurirsi, dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione. Per esempio miscelando all’acqua per l’irrigazione un fertilizzante liquido specifico per piante verdi: in primavera e in estate ogni 15 giorni, mentre in autunno e in inverno possiamo ridurre a una volta al mese. Vivendo in un ambiente controllato e con condizioni di temperatura e umidità costanti, la pianta non va in riposo vegetativo: quindi deve essere concimata anche in inverno, ma in modo ridotto poiché, essendoci meno ore di luce, avrà una minore attività di fotosintesi.
L’irrigazione: il punto debole
Il Clorofito va irrigato con moderazione avendo cura di far asciugare il terriccio tra un intervento e l’altro. In estate con più generosità, anche tre volte alla settimana, mentre in inverno andremo a ridurre (una volta alla settimana), solo in presenza di un terriccio asciutto. L’acqua va usata con parsimonia: il Clorifito infatti tollera brevi periodi di siccità ma non sopporta i ristagni d’acqua che possono provocare marciume radicale. Quindi: meglio un’irrigazione in meno che una in più! Non solo: in presenza di stress idrici (in eccesso o in difetto) le punte delle foglie tendono a seccarsi. Se dovesse succedere, non tagliate le punte delle foglie secche e correggete i tempi di irrigazione.
Gradisce le vaporizzazioni quando l’ambiente è molto secco o caldo, per esempio in inverno quando è in funzione il riscaldamento.
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